Cari viaggiatori

è la mattina di Natale. Eppure l’aria profuma di tristezza. L’orologio non segna le otto ed i miei bimbi sono ancora al calduccio sotto le coperte e forse nei loro sogni stanno già scartando i regali che babbo natale ha puntualmente riposto sotto l’albero.

Attraverso il fumo della tazza davanti a me posso immaginare di vedere mia madre intenta a sistemare i cappelletti, stando ben accorta a non farli toccare “altrimenti si attaccano!” come dice sempre lei. Più in sottofondo vedo mio padre, ciabattare lungo il corridoio con la barba ancora da fare, che mi guarda con il capo leggermente abbassato, quel tanto che basta per far scivolare gli occhiali sulla punta del naso e mi sorride, ancora un po assonnato. Bello, mi piace questo sogno ad occhi aperti. Continuo a guardare davanti a me nell’attesa di proseguire il mio film di Natale… a sfaccendare in cucina c’è anche mia sorella avvolta nella sua vestagliona sulla quale sono stampate tante renne con un grosso naso rosso, come sempre mi si avvicina e si siede accanto a me… sembra così reale che quasi faccio fatica a frenare l’istinto di voltarmi per baciarla sulla guancia…

Torno alla realtà, c’è un silenzio assordante, e fa freddo, anche se sono quasi certa che sia dentro di me perchè il termostato segna 19,5 gradi. Sento la solitudine insinuarsi nella mia anima e mi infastidisce, mi opprime! Decido di ascoltarmi, anche se vorrei solo non sentire. Posso notare come anche la rabbia faccia capolino tra le mie emozioni. Si sono arrabbiata! Mi sento in prigione, punita per qualcosa di cui non ho colpa. Ho sempre seguito i comportamenti di prevenzione e di distanziamento dettati dalla legge. Così tanto e così bene che quella distanza è diventata emotiva, capace di lasciare una profonda ferita. Un trauma fatto di assenza, paura, incertezza. Mi torna in mente la lettera scritta da Massimo Recalcati :“ La seconda ondata mostra che il vero trauma non è al passato ma al futuro. Distruggendo l’illusione della ripresa della vita alla quale tutti abbiamo creduto essa ha dilatato l’orizzonte dell’incubo. Il secondo tempo del trauma è più traumatico del primo perché mostra che il male non si è esaurito ma è ancora vivo tra noi. Le speranze alimentate dall’estate si sono infrante. Questa delusione è il sentimento oggi prevalente.” 

Accidenti…il mio latte si è freddato ed il fumo è sparito e sembra essersi portato via anche il mio Natale…

POI…due piccole voci squillanti mi scrollano dal mio turbamento. Mi dirigo in camera e i miei cuccioli sono seduti sul letto e scalpitano come puledri impazziti, gridano in coro “BUON NATALE MAMMA!!!” rispondo sentendomi meno sola e più leggera “anche a voi amori miei, vi va se andiamo a vedere sotto l’albero, chissà cosa avrà portato Babbo Natale?”

L’atmosfera si accende: luci, colori, suoni e profumi ci avvolgono e la tristezza lascia il posto all’AMORE fatto di imperfezione e di piccoli grandi gesti. Infondo va bene anche così penso tra me e me, mentre vedo i bambini giocare con i nuovi giochi. Sono felici, basta poco, non pensano al futuro non ripensano al passato…sono centrati sull’oggi, sul famoso qui ed ora! Godono di quel che hanno adesso non rimpiangono ciò che avevano, non si angosciano per ciò che avrebbero avuto…

E’ ora di pranzo e come da tradizione, si fa in famiglia, per fortuna la tecnologia ci viene in aiuto e videochiamata sia!

Un Natale inusuale di certo ma comunque speciale. Il trauma al quadrato si dissolve e con lui tutti i brutti pensieri…sul divano con in mano una tazza di goloso cioccolato caldo, i miei bambini accanto e mio marito che ci coccola in un caldo abbraccio mi godo il momento e NON HO PIU’ FREDDO!

BUON NATALE A TUTTI CARI VIAGGIATORI.

Un Natale comunque speciale